Ho trovato fra la gente Colui che mi cercava ed ho sentito pronunziare il mio nome come se io fossi stata sempre con Lui. La Sua Voce giungeva dolce e copiosa fin dentro il mio cuore ed apriva la porta che conduceva fino all’anima mia.

E’ lì che nel suono le Sue parole si son fatte carne e proprio per la solidità del loro contenuto mi sono lasciata abitare. Riempivano tutto ciò che prima era vuoto e stabilizzavano il mio essere. Come un recipiente leggero e fragile, quale un palloncino di sottile gomma, si riempie di acqua e prende consistenza, forma e forza, mutando anche di vitalità, così è mutato il mio essere vivente. Dirompente ed attenta, la Sua Voce occupava ogni fessura ed ogni spazio remoto, fino a lasciare che fosse la mia vita a trattenerla per timore di perderla.

E’ calamitante l’incontro e la pienezza della Luce nella tenera ed offuscata vita di un comune essere umano. Si faceva giorno in me con la prima Alba che apriva la prima ora di un mattino nuovo e vero. Il sonno invernale era cessato e la primavera era arrivata. “Io Sono Colui che Sono!”, diceva la Voce che in me parlava. IO SONO! Non c’erano parole adatte per rispondere a tanta chiarezza e verità, bensì solo il silenzio, accompagnato da copiose lacrime.

Mi cercava, la Voce Divina, e finalmente mi trovava! Il Suono diviene Diletto ed il Diletto diviene il Signore che torna dopo un lungo viaggio. Sapevo che gli appartenevo senza sentire che lo dicesse e sapevo che la mia anima era la Sua casa. Il Suo abitare aveva trasformato il silenzio in musica e il sonno in risveglio. Si aprivano le porte di ogni angolo del mio essere e dalla Sua Stanza uscivano i suoni delle Sue Parole, fino a giungere in ogni punto del mio cuore, anima e mente.

Così tuonò la Voce del Sovrano quando mi fece ricordare il Suo Volere: “Mi devi amare con tutto il tuo cuore, anima e mente” e poi, senza alcuna interruzione, proseguì verso un territorio che ancora non conoscevo, dicendo: “Ed amerai il prossimo tuo come te stessa!”. Tacque subito dopo avermi donato il programma e l’annunzio del Suo rientro. Nel silenzio della Sua Voce rimasero le Sue Parole come fossero fortezza edificata su una piccola stanza vuota e povera. Erano torri, merli, mura possenti e fondamenta cementate con forza Divina.

Non ero più io che vivevo, ma Lui, il Signore, viveva in me con la forza della Sua Verità. “Ama Dio ed ama il prossimo” era il programma che portava nella mia fragile vita dopo aver percorso tanto tempo a cercarmi. Non ha voluto perdere tempo in sciocchi sussurri, inutili e vuoti, ma ha edificato, dandomi con potenza la ragione del mio essere in Lui e del Suo essere in me. Così la Sua ricerca si è trasformata in gioia per aver trovato la Sua vigna senza barriere e senza opposizione.

Il Suo pugno non ha conosciuto il bussare privo di apertura, bensì la porta era così sottile da aprirsi al sapore dei Suoi passi. E’ nell’anima che il Re Divino cerca la Sua Sede e quale Suo territorio vuole che sia essa stessa a magnificarlo con docilità ed umiltà, lasciandolo riposare dopo un sì lungo viaggio.

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