Non c’è Chiesa senza Spirito e non c’è Spirito senza Chiesa. Con tale assoluta certezza si afferma che la presenza nella Chiesa e, pertanto, la sua unica certezza di vita, sta nello Spirito che la abita. Spirito che vive in coloro i quali sono stati chiamati, perché eletti, ad essere i portatori della Parola di Dio e della potenza che la Parola possiede per guidare il popolo ad essere gregge saggio, umile e salvo.
Gesù ha attuato il programma della Salvezza grazie alla Sua Elevazione, resa possibile per la Sua Massima Elezione. Lui, il prediletto, ha esercitato il pieno potere di Dio sulla terra e Lui, il Salvatore, ha “mandato” i Suoi per proseguire ciò che Lui stesso ha maturato.
Il Suo Spirito, quello che solo Lui possedeva, Spirito che procede dal Padre, ma che è di Cristo, e che da Cristo è passato ai Suoi più stretti collaboratori, i Santi.
I Santi di Gesù hanno la Sua Santità, quella che non si acquisisce dalle opere se non da quelle che provengono dalla fede in Cristo Gesù.
Pertanto, ogni Santo può ritenersi tale solo se muore quale distinzione di nome, di identità, di luogo e matura l’Unità fino ad essere con l’Apostolo colui che afferma: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me!”.
Al gregge che segue il Santo, pertanto, non può e non deve sfuggire tale Unità, altrimenti si fa del Santo quel vitello d’oro che il popolo di Dio in cammino adorò mentre Mosè riceveva da Dio ben altri ordini.
Porta, l’errore che si commette non vedendo sempre l’Unità di Gesù nei Santi, ad essere adoratori di divinità che passano dalla certezza della Incarnazione del Verbo di Dio alla forza ed al bisogno interiore di crearsi un Dio che in realtà non ha nulla a che fare con Lui e con la Sua Persona.
L’altare di Dio è, per l’umanità da Lui creata, il trono dal quale le Sue Leggi ed i Suoi Profeti, hanno superato ogni tempo, lasciando ogni profezia ed ogni difficoltà che la legge porta in sé alla sua stessa Misericordia.
In tale Misericordia è stato possibile fondere quei poveri esseri umani con la Divinità di Cristo ed in Lui occupare il posto d’onore che fa del Banchetto di Dio il Banchetto nuziale della umanità elevata e servita da Dio stesso.
Servo e servizio sono il piatto forte del Nuovo Altare, ove i Santi portano quale loro specialità e singolarità il sorriso di ogni epoca che non muta la sostanza e che lascia a Cristo il Posto in cui è scritto:
I C T U S
Alba Di Spirito