La noia che accompagna la creatura quando pensa di occuparsi delle "cose di Dio" è frutto di una mancata conoscenza delle stesse e di una ritmica cantilena protratta nel tempo senza alcuna partecipazione all’evento vissuto.
Nel mirino del "Dio noioso" occupa il primo posto la tradizione che tramanda Dio nella confezione che muta solo esternamente senza toccare la sostanza.
E’ solo nella forma che Dio viene elaborato nel tempo e, nella superficialità della stessa, Dio muore nelle coscienze.
Si vive nel ricordo di un evento mai vissuto di Lui e si crede di essere nella Sua Sostanza quando, in realtà, si è appena intravista solo l’apparente forma.
Così, tradizionalmente parlando, il Dio dei nostri Padri è solo un detto; il Dio della Rivelazione è solo una buona notizia senza alcuna realtà nella notizia stessa; il Dio Amore è solo una citazione fuori moda, perché non raggiungibile nella Verità delle parole.
Le pecore viaggiano con un mezzo privo di forza che è il carrozzone della religione parlante solo se pagata a suon di ignoranza e priva di intelletto perché assente nella sostanza dello Spirito che fa della religione una corrente energetica di Luce e di Vita.
E’, quindi, da rivedere tutto il pacchetto che rende il culto dell’uomo una triste abitudine e un’amorfa forma di sopravvivenza, allietata solo da qualche apparente e momentanea realtà di benessere.
Nello stato, quindi, di decadenza spirituale si ritrova l’uomo che non sa reagire ed accettare la spinta del PROPRIO RINNOVAMENTO e del PROPRIO RITROVARSI.
In tutto il Vangelo che Gesù ci trasmette è in risalto la partecipazione attiva e diretta della creatura nelle cose che il Padre Suo e Padre Nostro viene ad annunciarci.
Nel nuovo Comando "Ama il Prossimo tuo come te stesso" è in primo piano quel te stesso, quale punto di partenza e di arrivo necessario per realizzare il Comando stesso.
Essere in critica con se stesso vuol dire guardare l’epoca in cui si è presenti e ritrovarsi nella dottrina che è nuova solo se è presente l’uomo nuovo.
E’ lui che manifesta il presente di Dio, e lui è colui il quale deve far emergere dal profondo della tradizione l’attuale che punta sulla sua bravura per essere apprezzata.
Gesù è il PRESENTE di ogni tempo ma annunzia nel suo perfetto adempimento dei tempi insito nella Sua parola, che l’uomo presente a se stesso avrebbe fatto cose più grandi di Lui e, su quelle cose, dà all’uomo la capacità di essere grande.
Lui è il tempo e l’uomo la rimozione dei tempi.
Sul Suo Tempo, ogni lavoro emergente perché ripescato e rinnovato, ha il suo presente e il suo aspetto di nuovo perché giovinetto dell’ultima era.
Fermo, quindi, il Suo Tempo, quale punto centrale dell’orologio, la vita l’uomo si muove e, pur essendo le ore eguali nella meccanicità dei tempi, variano nell’attualità di ogni vita che in essa respira.
Lui, la vite, e l’uomo il tralcio che cresce e produce, prolungandosi nella sua produzione fino ad essere cammino attuale dei secoli.
Si conclude spesso nelle preghiere con la frase "nei secoli dei secoli" per dire che il viaggio di ogni presente è secolare ma che nei secoli l’ultima voce fa testo.
Come ogni cosa passa e non lascia di sé se non il ricordo sfumato dei suoi momenti di vita, così sarebbe il tempo secolare se non fosse attraversato e vissuto dalla MEMORIA ETERNA DI DIO. In Essa, ogni cosa viene assorbita e custodita per essere, poi, svelata dall’ultimo che può rappresentarla.
Il nostro presente è quell’ultimo e la MEMORIA ETERNA, nello Spirito che la manifesta, poggia la preziosità dei tempi in essa contenuta sugli uomini dell’ultimo tempo, bagnandoli di Luce ricca di ricordi.
E così, Gesù dice che il Suo Spirito, quale MEMORIA ETERNA, avrebbe fatto "ricordare" tutto ciò che di Lui E’, perché Lui è l’ESSERE, l’IO SONO che conserva in sé anche le più piccole briciole di ogni tempo.
Non sfugge nulla alla MENTE DI DIO di ciò che esiste ed ogni gesto, sia pure il più semplice o forse il più insignificante, è in Lui consacrato perché in Lui RICORDATO.
Così, ogni forma di vita, piccola, grande, ricca, povera, sana, ammalata, e così via, porta con sé la sacralità di Dio che la mantiene in sé e la offre ad ogni tempo quale momento prezioso da correggere o da elevare.
Nulla va sprecato di ciò che la Parola annunzia ed ogni cosa da Dio voluta, in verità non cessa se non in Lui, per essere da Lui stesso perfezionata.
Dice Gesù di essere perfetti come è perfetto il Padre Nostro che è nei Cieli e ci invita, in tale perfezione, a raccogliere di noi anche quelle briciole che non vanno disperse perché sono momenti sacri del tempo di Dio e componenti eterni della SUA MEMORIA.
Vivere nello Spirito che attualizza nel Suo Ricordo ogni passato è quella Svolta che ogni presente, sotto qualunque forma di vita, deve fare per essere graditi nella normalità di vita che rende l’uomo cittadino eterno perché vivente nella Vita eterna di Dio Padre Creatore.
Alba Di Spirito