La terra esplode in tutta la sua bellezza quando il sole la bacia ed accarezza con la sua potente energia ogni parte di lei, facendola fruttare e fiorire nelle più svariate espressioni.
Così, come ogni forma di vita viene servita dall’unico sole che la alimenta, anche l’Operaio di Dio serve quella moltitudine di gente a lui affidata.
Gesù, SOLE di ogni regno terreno e non terreno, nella Sua forza, realizza tutto ciò che tocca. Lui, nella Sua Unicità, vive qual Dio operatore per quelle anime che da Lui debbono ricevere la NUOVA ENERGIA.
L’umanità geme nella sua moltitudine ed ogni singolo che la compone sente su di sé il peso della sua natura.
Come terra arsa dal sole e ghiaccio indurito dal gelo, attendiamo l’acqua della Vita ed il fuoco della Salvezza, per essere rigenerati a nuova vita.
Dice Gesù a Nicodemo che, se non fosse rinato dall’alto, dall’acqua e dallo Spirito, non avrebbe potuto vedere il regno di Dio ed essere nella Vita Eterna.
L’umanità, quindi, con la messe che la compone, è arsa e ghiacciata se l’acqua e il fuoco non la toccano.
Non parla certo dell’acqua quale fonte di vita terrena, Gesù, ma dell’acqua viva, quella che nessun pozzo di Giacobbe può contenere.
Parla con la Samaritana della Sua Acqua, quella che fa dell’uomo un dissetato eterno. In essa muore l’arsura e regna il benessere definitivo.
L’acqua sta nella Sua Parola che eternizza l’uomo e , per mezzo della Stessa, l’uomo è mondo.
Essa ha il potere di purificare e idratare ogni punto della coscienza, fino a far divenire terreno fertile quel giardino che solo per il Creatore profumerà con i suoi fiori.
L’uomo è la terra di Dio e su di essa l’acqua della Vita è quel contadino che la rende fertile e la mette all’unisono con la Volontà Suprema di Dio stesso.
Così come l’uomo, nelle sue stagioni, muore al vecchio per essere nuovo nel nuovo anno, anche la coscienza deve morire quale stagione per essere certezza eterna.
Alimentata dall’acqua della Vita che è la Sua Parola, viene consumata dal fuoco della Sua Potenza, che è il Suo Spirito. Acqua e fuoco esercitano nella creatura l’opera di ricostruzione della Gerusalemme distrutta e ricostruita.
Distrugge, lo Spirito, ogni traccia di temporaneità, sia di pensiero, sia di parola, sia di azione.
In Lui e nel Suo fuoco l’uomo pensa nell’eterno; parla nell’eterno; agisce nell’eterno. Ogni suo momento diviene eterno.
Gesù, operaio della Sua Vigna e pastore delle Sue Pecore, ha in Sé le due forze necessarie a questa umanità fragile e priva di vera conoscenza.
Molte sono le genti, ma pochi coloro i quali possono nutrirle. Per poter giungere fino all’ultimo, Gesù opera con potenza, moltiplicando nell’operaio la Sua Forza. Da 1 pane realizza migliaia di pani; da 1 pesce, migliaia di pesci!
Dà ai Suoi operai, nella moltiplicazione della Sua Forza, la capacità di essere l’uno per mille e invita ogni operaio a nutrire le pecore con la potenza che li distingue.
Li copre di potere che viene dall’alto e li avverte che il loro numero è piccolo, ma che la messe è molta. Lascia che, nella impossibilità umana, Dio evidenzi il Suo Possibile e chiama a raccolta gli operai affinchè credano nella loro opera per beneficiare quella umanità stanca e bisognosa di Dio in ogni attimo della vita.
Sono Suoi gli operai della messe quando credono che Gesù, nel Suo Straordinario, in realtà è normale e quando in Lui il mare tempestoso diviene, per l’uomo da Lui designato ad essere Suo portatore di potenza, un tappeto su cui camminare.
Chiede preghiere per gli operai perché ogni orecchio possa giungere ad ascoltarlo e ogni bocca possa proclamare che Gesù è il Signore e che Dio è Padre di ogni creatura.
Operai e messe, alla fine di questa giornata, si ristoreranno alla mensa per “raccontare” con Verità che “non di solo pane poteva vivere l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.
Alba Di Spirito