E’ ancora Natale. E’ ancora festa dell’Annunzio che Dio si è fatto uomo, incarnandosi nel Suo Verbo. Sembrerebbe scontata la conoscenza della STORIA di Dio con gli uomini ma, nel Suo ordine: “Andate e fatemi conoscere”, nulla è scontato con una sola o più testimonianze. Aggiunge, infatti, il Verbo incarnato, Gesù Cristo: “Io sarò con voi fino alla fine del mondo”. Come si può interrompere l’andare della Sua Vita che deve raggiungere ogni creatura di ogni tempo e di ogni generazione?
Oggi, noi, generazione dell’ultima ora in un presente cosciente della venuta del Messia e dello svolgimento della Sua Vita sulla terra ed oltre la terra, siamo la Voce che fa udire con la parola dell’annunzio ai sordi ridonando l’udito, ai ciechi ridonando la vista ed al tempo l’adempimento della Promessa.
E’ tempo di Verità e di fedeltà di Dio. Lui, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, dopo aver promesso la liberazione del Suo Popolo dalla schiavitù del faraone, promette la liberazione da una peggiore schiavitù, quella del peccato, e la vittoria sulla morte. Il tutto, annunziando nei tempi la venuta del Messia. Ora, noi, generazione che sa, possiamo dire che il Messia è venuto, ma proprio dalla Sua Gente non è stato riconosciuto.
La motivazione della Sua Venuta non era stata chiarita nell’Annunzio Profetico, ma velata nella certezza del Liberatore che avrebbe salvato il Suo Popolo. Ecco che, nonostante la conoscenza e la preparazione biblica del Popolo Eletto, l’accoglienza del Messia è stata deludente. Non convince Gesù il Nazareno i sapienti ed i dotti del tempo perché nell’Annunzio Messianico ogni manifestazione della stessa missione sarebbe stata solo quella vissuta e manifestata dal Messia stesso.
Non sono stati sufficienti i pochi accenni del Vecchio Testamento circa la Missione del Messia a fare degli Eletti i veri cultori della materia in quanto proprio essi hanno mancato nella capacità di saper essere dentro le righe attenti alla Voce di Colui che esce dalle stesse e pone fine a qualunque attesa e speranza in un futuro da realizzarsi. Quel giorno, di sabato, nella Sinagoga, Gesù apre il rotolo per leggere la Parola di Dio e nel Passo del Profeta Isaia Si annunzia. Lui stesso, usando le parole del Libro, dà voce alle stesse e pone fine al silenzio della Lettera.
Per la Prima Volta la Lettera Parla e nel Suo Parlare emette il Suono che penetra nell’umano secondo la Nuova maniera. Non è più la Parola che Dio dà ai Suoi eletti, i Profeti, i quali, essendo strumenti irresponsabili del contenuto, nulla possono offrire se non il solo annunzio. Sono solo dei tramiti e nulla di più. Ma, con Gesù, la Parola è Carne.
E’ lo stesso Dio che si legge, che la conferma e Si conferma quale adempimento vivente della Stessa. Dice Gesù: “Oggi su di me si è adempiuta la parola che voi avete ascoltato!”. Che novità! DIO PARLA in prima persona, emettendo un suono umano, la Sua Vera Voce, che non lascia più dubbi circa la Sua Volontà! Riconoscere il Dio che Parla in Gesù Cristo, Suo Verbo incarnato, vuol dire ammutolire ogni altra lingua, mente, azione ed essere protesi solo ed unicamente all’Ascolto di Lui.
“Tutti coloro che Riconosceranno la MIA VOCE”, dice Gesù, “costoro sono le MIE PECORE”. Oggi, la Sua Voce l’ha donata nella totalità ai nuovi “banditori” e non sono profeti, ma testimoni veraci della Sua Vita e della Parola di Dio dal famoso “In Principio” fino all’“Amen” Apocalittico. Noi, voce di DIO nel Suo Presente Vivente, eleviamo a Lui il Racconto fatto di vera testimonianza del bene che da Esso l’uomo trae per la sua esistenza non solo terrena, ma oltre ogni confine: il bene eterno!
Buon Natale nel Canto di DIO che NASCE!