Il Servizio a Dio è nato con Gesù che chiama coloro che Lui ha scelto per essere servito. Potrebbe sembrare strano che proprio Dio voglia essere servito. Sembra quasi umiliante per l’uomo essere chiamato servo, ma in realtà non è così. L’uomo è schiavo della sua natura carnale e mortale. Legato al peccato è divenuto servo del peccato ed in esso mortale. Era necessario che passasse dal servizio che conduce alla morte a quello nuovo che l’avrebbe condotto alla vita eterna.
Il Padrone che fa dell’uomo il suo servo per renderlo schiavo del peccato, desidera che esso sia punito nel servizio stesso, a tal punto da diventare il patrimonio dello stesso padrone: la morte. Gesù chiede di essere servito per fare di quei servi i suoi amici ai quali confidare tutti i suoi segreti.
Lui stesso dirà che, dopo il primo momento di servizio a Lui, Lui stesso avrebbe dato loro la sua amicizia, realizzandoli per una nuova identificazione: quello di non essere PIU’ SERVI ma AMICI. E’ chiara la diversa natura dei Padroni ed è chiara anche la diversa riuscita dell’opera per cui l’uomo viene chiamato a vivere. Non c’è servo più grande del suo padrone ed è corretto pensare che basta il servizio per essere dipendenti della Sua persona.
Come la Luce dà la vita nel mondo, così il Servizio alla Luce riporta l’uomo a vedere il Sole e sconfiggere in Lui le tenebre. Gesù è il Sole che vince le tenebre, la Luce che illumina ogni cosa fino a rendere piacevole ogni forma di dipendenza alla Sua Persona.
Li chiama per nome, ma gli uomini non vogliono ascoltare la sua chiamata. Coloro i quali riconoscono la Sua Voce ottengono il Potere di diventare Figli di Dio e di vedere quanto sia lontano il percorso che nei secoli li ha tenuti prigionieri delle tenebre. Sanno di essere Rinati e ritrovano il piacere di poter pensare senza procurarsi l’accusa di chi li tiene prigionieri. Il pensiero dell’uomo Rinato nella Luce che viene dall’Alto è libero e ricco di Sapienza.
In esso l’uomo crea e sprigiona ciò che la Luce stessa contiene. Dimostra di conoscere le cose di Dio e di realizzarle tramite la nuova forza che ha sanato tutte le sue debolezze. Può muoversi liberamente nella voce di colui che lo ha chiamato, al punto tale da operare con gioia il Servizio nella inutilità dello stesso. Non vuole essere compensato se non da Lui e dalla Sua Persona essere guidato.
Vuole vivere in funzione di Lui, e con Lui e per Lui scoprire la forza dell’appartenenza a Dio. Quanto amaro è stato il percorso antico, quanta sofferenza, quante lacrime! Finalmente la morte causata dal peccato è finita, come la neve al sole si è sciolto il suo aguzzino! L’inverno è passato e l’estate Divina proclama la Festa che durerà per tutta l’eternità.