“E’ per mezzo della fede che sarete salvi!”, dice S. Paolo. La sua affermazione è senza dubbio forte nell’attribuire alla fede la salvezza dell’uomo, ma cosa avrebbe messo l’uomo quale salvezza al posto della Fede? Essa nasce quale conquista che nella storia dell’umanità ha reso l’umanità stessa forte perché DIPENDENTE. DIO parla con l’umanità per renderla ubbidiente alla Sua Parola.
Contatta Abramo presentandosi quale UNICO DIO e lo istruisce circa la SUA VOLONTA’, indicandogli un nuovo percorso di vita avente quale META l’avverarsi della Fede in lui. Non è stata una passeggiata breve e facile, ma sicuramente, nonostante le grandi difficoltà, Dio gli ha dimostrato di essere con Lui non solo quale Comando di Parola, ma soprattutto risolutore ed esecutore del Suo stesso comando.
Abramo sperimenta nella sua vita che l’uomo vive una prima forma primitiva fatta di “presunta” conoscenza di Dio, ed una seconda realtà fatta di certezza della esistenza di Dio mediante lo Stesso Dio che a Lui si rivela. Passa, Abramo, attraverso la meraviglia, la difficoltà nel proporre la sua nuova Conoscenza al mondo che lo circonda ma, nonostante tutto, Dio gli dà la forza di ubbidire al Suo Comando.
Lascia la terra ove era vissuto per inoltrarsi verso una méta a lui sconosciuta, ma conosciuta da Dio: la Terra Promessa. Per tutto il tempo lungo e quasi interminabile, molte sono le prove che la sua povera natura umana lo sottopone. Dio gli annunzia la nascita di un figlio, nonostante la sua tarda età e la sterilità, oltre che la vecchiaia di sua moglie Sara. Abramo teme di avere capito male, ma desidera con tutto il suo cuore di eseguire l’annunzio “aiutando” Dio alla realizzazione del Suo Progetto.

Dio gli dimostra che, nonostante la buona volontà dell’uomo, è Lui Colui che Promette e Dà. Abramo rende la schiava di sua moglie gravida e da lei nasce ISMAELE, convinto di aver adempiuto all’annunzio della sua paternità. Ma ancora Abramo non VEDE DIO. Solo quando, nell’impossibile all’umano l’evento diviene possibile a Dio, il CIELO si apre e per la prima volta Abramo si sente vinto in ogni suo potere. Nasce in Lui l’ABBANDONO del BAMBINO che ha conosciuto la grandezza del Suo Genitore.
Nasce in Lui la Fede verso quel Dio che si farà conoscere da una moltitudine di uomini quale DIO di Abramo. Il Frutto dell’impossibile all’uomo è il Figlio della promessa che da SARA viene concepito e partorito. Nasce ISACCO, il quale porterà su di Sé l’eredità di Suo Padre appartenente alla Famiglia REGALE dell’unico Dio che è nei CIELI. Anche Lui, ISACCO, sarà il portatore che nei tempi tutti lo riconosceranno non solo quale figlio della promessa, ma anche Figlio di quella Fede che Abramo gli consegna quale UNICA VERA eredità e preziosità della Sua Stirpe.
E così il Dio di Abramo prosegue con il Dio di Isacco, per giungere a Giacobbe suo figlio e segnare così l’appartenenza certa della Stirpe Eletta al Dio dei Padri garanti della esistenza dell’UNICO DIO. Ecco la Fede che per essere salvezza ha attraversato i mari delle incertezze umane ma che giunge nonostante tutto al traguardo, realizzando ciò che il Dio dei Padri avevano quale solenne promessa: l’avverarsi della nascita del MESSIA.
E’ attraverso quella Fede di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, che matura il nuovo evento in una Figlia del popolo eletto da Dio: MARIA. In Lei la salvezza è pronta ed il percorso di Lei nella Famiglia del popolo Giudaico fa sì che Dio ancora una volta esegua il Suo Comando.
E’ il SI’ (FIAT) di Maria che SEGNA il punto della SALVEZZA non “MERAVIGLIANDOSI” circa l’esistenza di Dio. L’Annunzio Divino mediante l’Angelo Gabriele, messaggero della Salvezza, viene accolto da Lei, prescelta da Dio quale FIGLIA degna del FIGLIO che avrebbe accolto nel Suo grembo. La conoscenza di Dio nella Fede dei Padri porta il frutto più prezioso nella Giovinetta umile e servizievole.
E’ Frutto della Fede Maria ed in Lei la Salvezza vive fino a regalarla a tutta l’umanità quale UNICA ancora capace di dare all’UOMO la VITA ETERNA!

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