E’ finito il tempo in cui il potere di credere in Dio era affidato alle capacità sensitive degli uomini ed agli effetti che i Poteri soprannaturali lasciavano in chi ne veniva a contatto. Nel Vangelo, dei dieci lebbrosi guariti, nove non hanno avuto alcun beneficio per quella guarigione in quanto il frutto, di un dovuto ringraziamento al “GUARITORE” Gesù Cristo, è venuto meno.
Cambia la scena della Fede che da Abramo, padre di essa, passa a tutti gli uomini che vivono ciò che Abramo ha vissuto. Sappiamo con certezza che nella vita Abramo non conosceva Dio se non nel modo comune del tempo, tipico poi in tutti i tempi. L’uomo realizzava il suo Dio ponendolo sugli oggetti, riti o altro. Erano divinità fittizie che manifestavano un chiaro bisogno del soprannaturale.
Abramo rompe nel suo tempo tali illusioni quando è Dio stesso che si fa sentire, mettendosi in contatto con lui. Gli Parla! Da tutto ciò che era inanimato e privo di vita per rappresentare Dio, Dio invece comunica e parla. Da quell’incontro, Abramo lascia il luogo in cui l’uomo realizzava il suo Dio e segue Dio che realizza se stesso attraverso l’uomo.
E’ stato lungo il percorso che Dio fa fare ad Abramo prima di ottenere da Lui la fiducia e l’abbandono alla Sua Volontà. Cade Abramo nel suo essere uomo attivo e pensante di poter fare la volontà di Dio senza rimanere fedele ai tempi ed al modo che Dio stesso gli aveva annunziato. Avrebbe avuto un figlio da Sara, sua moglie, sterile ed avanti con gli anni, così era stata la Voce di Dio, ma Abramo pensa di poter agevolare tale avvenimento, cambiando semplicemente donna. Dio tace, ma il Suo tacere non fa mutare la Sua Volontà.
Doveva Sara dare alla Luce il figlio che avrebbe proseguito la Via della Sua Promessa fino a farla giungere alla Méta: la nascita del Suo Verbo Incarnato, Gesù Cristo! Abramo “pensa” e nasce così Ismaele, figlio della schiava Agar e non figlio della Promessa che Dio gli aveva fatto. Nessun uomo può modificare la Volontà dell’Altissimo perché l’uomo non sa a quale altezza, lunghezza e profondità Dio intende giungere.
Abramo impara la lezione del “non pensare” quando Sara rimane incinta e nasce Isacco, il figlio che Dio gli concede. Dall’evento, l’uomo Abramo acquista il privilegio di imparare che ciò che Dio Vuole ha un suo scopo ed un suo sicuro vantaggio. Mette in pratica la lezione quando quel Dio generoso e forte, capace di realizzare l’impossibile, gli chiede di sacrificare Isacco, uccidendolo!
Sembra assurdo che il Pensiero di Dio possa stravolgere una creatura tanto fragile quale è l’uomo, ma, proprio l’uomo Abramo, ci insegna che vivendo con Dio si impara a conoscerLo e ad apprezzare che le Sue Vie sono certamente motivate per chiedere un sacrificio così grande. Si fida, insomma, e matura in sé che, se Colui che gli aveva dato, dall’impossibile della condizione di Sara, quel figlio, sicuramente, togliendoglielo, aveva su di lui qualche progetto particolare in una realtà conosciuta solo da Dio stesso.
Con le poche parole “Dio provvede”, Abramo diviene perfetto nella Fede che quel Dio, dall’invisibile ed inimmaginabile, era divenuto certezza nell’ubbidienza cieca al Suo Comando. Diviene, Abramo, Padre della Fede e muore con la dolcezza che la Promessa fattagli dal Suo Dio si era avverata. Isacco non doveva morire e Dio fa di Abramo e del suo sì il Punto dal quale la Fede in Lui diviene parola da incarnare nel mondo degli umani.
Non sa Abramo che essa, Fede, stava viaggiando proprio attraverso la Sua eredità che passa ad Isacco e poi a Giacobbe, fino a giungere là dove la Stella di Davide pone fine a quell’andare lungo e faticoso. Anche Dio ha la parola fine nei Suoi programmi e per la Fede quel giorno a Betlemme, dove Re Davide regnava, nasce l’ultimo punto della “catena” d’oro segnata da Dio: Giuseppe, lo sposo di Maria!
E’ proprio Giuseppe di Betlemme che segna la Stazione ove la Fede degli uomini in Dio sarebbe divenuta CERTEZZA. Inimmaginabile tale arrivo per Colei che mantiene l’uomo forte e capace di spostare le montagne. Come una madre, dopo nove mesi realizza e tocca il frutto della Sua gestazione, così la Fede, con Giuseppe, è pronta per rendere al mondo Colui che nel Suo Invisibile, Dio, si fa visibile!
Giuseppe è la punta di quel diamante attraverso il quale la Luce sarebbe arrivata nel regno delle tenebre e riconosciuta dagli uomini. Lui, di Betlemme, vive a Nazareth ed ha come promessa sposa Maria, una fanciulla, figlia di Anna e di Gioacchino. Giuseppe non sa quale sia il programma di Dio circa la Fede, né quale sia il suo ruolo in tale opera. Sa, però, che Maria sarebbe divenuta la Sua Sposa e, come in tutte le storie d’amore, sarebbero stati felici e contenti fino alla fine dei loro giorni.
C’era invece molto di più nella vita del semplice e buon falegname di Nazareth. La Sua Promessa Sposa gli annunzia di essere incinta per volontà di Dio, mediante la forza dello Spirito Santo e che quel Figlio era il Figlio di Dio. Sembra lontano Abramo dall’evento che un suo benedetto discendente stava vivendo. Giuseppe, della stirpe di Davide della Via della Fede per Abramo, padre di essa, è invece l’operaio dell’ultima ora. Dio lo chiama a credere perché Maria aveva detto la verità e Giuseppe sposa la Sua Promessa.
Tale unione fa di Gesù il Figlio del Falegname e lo fa inserire nella Stirpe di Davide, senza passare attraverso alcun seme d’uomo. E’ per la paternità offerta da Giuseppe nella sua accettazione di Maria e del Figlio dell’Altissimo che la Volontà di Dio si manifesta in tutta la Sua bontà e grandezza. Dio porta la Fede ad essere abitata con facilità in ogni uomo perché si rende uomo fra gli uomini.
Dio si fa CARNE e nel Suo Verbo nasce a Betlemme là dove il percorso di Abramo giunge al termine per godere di quella Promessa che raggiunge la realizzazione, mostrando agli uomini il Volto di Dio. Gli uomini non debbono più faticare e lasciare il loro mondo per raggiungere altre méte. E’ Dio che va a vivere in ogni luogo, in ogni cosa, in ogni uomo, per far proseguire a quella umanità che Lui ha tanto amato, l’ultima tappa del Suo Progetto: quella che non coinvolge più la terra con la sua dimora, bensì il Cielo!
Cambia totalmente il luogo ove gli uomini sarebbero andati attraverso la loro vita con Dio e quella nuova Dimora sarebbe stata quella Eterna. La Fede apre le braccia ed invita l’uomo a farsi possedere, abbandonandosi all’evidenza dei fatti, perché, con una sola parola, Dio prosegue il viaggio; Uomo fra gli uomini, dicendo come in quel dì: “SEGUIMI, ti porterò a CASA MIA!”.
E’ Gesù ora l’invito per essere tutti stirpe di Abramo nella META della PROMESSA e portatori della VERITA’ che Dio ha tanto amato il mondo fino a farsi UOMO e dare la vita per gli uomini.
E’ Gesù il CORPO che nella FEDE grida: “l’ho VISTO!”; Gesù ha vinto la MORTE e con Lui il viaggio di rientro è certo per riposare definitivamente nella dimora della Vita eterna.